A causa dei cambiamenti climatici e di commerci spregiudicati, insetti provenienti da paesi più o meno lontani ed esotici si sono stabiliti nei nostri territori, causando problemi alle coltivazioni e aumentando il rischio di reazioni allergiche nell’uomo, come documentato dalla Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica
Tra i primi arrivi, vent’anni fa, quello della zanzara tigre che si è rapidamente e abbondantemente diffusa in Europa e negli Stati Uniti.
Facilmente riconoscibile per il corpo nero a strisce bianche su zampe e addome e la fascia bianca che le attraversa il dorso e il capo, si distingue dalle sue cugine nostrane per abitudini, ciclo di vita e capacità di adattamento: nei nostri territori, fortunatamente, non è veicolo di agenti patogeni come, invece, avviene nei luoghi di origine, ma la sua puntura è comunque un problema.
La zanzara tigre, infatti, è molto aggressiva, e le sue punture procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi o emorragici, spesso dolorosi, che, se in numero elevato, possono dare luogo a risposte allergiche nelle persone predisposte.
La tigre, però, non è l’unico tra gli insetti “alieni” con cui dobbiamo fare i conti: negli ultimi anni, infatti, si registra l’arrivo di ‘vespe migranti’ originarie della Cina e dei Paesi mediorientali che oggi trovano un habitat favorevole anche alle nostre latitudini.
Secondo le statistiche, ogni anno circa 5 milioni di italiani vengono punti da api, vespe o calabroni e per 400.000 ne consegue una reazione allergica più o meno grave.
E se gli insetti ‘stranieri’ aumentano i rischi di sensibilizzazione, in linea generale è il loro stesso incremento che accresce la probabilità di essere vittime di punture e la possibilità di reazioni “crociate” tra specie diverse
Per prevenire reazioni allergiche alle punture di insetti, che potrebbero avere conseguenze anche gravi, è necessario rivolgersi all’allergologo che può prescrivere una terapia desensibilizzante o la vaccinazione, efficace nel 97% dei casi, ma, purtroppo, solo un paziente su sette effettua un trattamento preventivo.
Da parte mia, il consiglio non può che essere quello di consultare il vostro medico ed eventualmente procedere con gli accertamenti e le terapie che riterrà opportuni: mai come oggi prevenire è importante.